domenica 3 febbraio 2013

IL NARCISISMO




1. Freud e il narcisismo

Freud lega il concetto di narcisismo alla teoria pulsionale: ci sono due tipi di pulsioni, quelle sessuali, che mirano alla conservazione della specie, e le pulsioni di autoconservazione o dell'Io, che mirano a preservare l'individuo. Lo sviluppo dell'apparato pulsionale passa attraverso uno stadio autoerotico, suddiviso in due parti: quello dell'autoerotismo vero e proprio e quello narcisistico. Attraverso il passaggio da questi due stadi si arriva alla scelta oggettuale, in cui gli oggetti legati alla soddisfazione pulsionale diventano esterni all'individuo.

Con il saggio "Introduzione al narcisismo" (1914), Freud fa rientrare tale costrutto a tutti gli effetti nella teorizzazione psicoanalitica. Accostò il narcisismo alle altre tappe che permeavano il normale decorso dello sviluppo sessuale negli uomini. Allo stesso tempo, egli utilizzò le teorizzazioni introdotte in tale saggio legandole alle osservazioni effettuate su malati affetti da "parafrenia", ossia persone schizofreniche. Nella parafrenia, secondo Freud, vi sarebbe il ritiro della libido dagli oggetti esterni, libido che si reinvestirebbe poi sull'Io del paziente. Una seconda fase sarebbe caratterizzata dal tentativo di reinvestimento degli oggetti esterni in forma allucinata. Quindi, il narcisismo teorizzato de Freud in soggetti non malati si rifà ad un Io evoluto, in cui il soggetto abbia delle pulsioni dirette verso oggetti esterni, non autoerotiche. Le pulsioni legate all'autoerotismo si rifarebbero invece a un Io non pienamente evoluto.    

L'osservazione del comportamento sentimentale degli uomini permetterà a Freud di ampliare la sua teorizzazione sul narcisismo: egli fa una distinzione fra eterosessualità e omosessualità: nella prima le pulsioni sessuali sono legate inizialmente al soddisfacimento delle pulsioni dell'Io, si renderanno indipendenti in seguito. Nell'omosessualità, invece, l'oggetto d'amore verso cui sono indirizzate le pulsioni sessuali è la propria persona. Nella donna, secondo Freud, il narcisismo sussisterebbe in forma maggiore anche dopo il pieno sviluppo psicosessuale.

Per Freud esiste quindi un investimento libidico originario dell'Io, una cui parte viene in seguito ceduta agli oggetti. In età adulta, in situazioni di intolleranza verso la realtà, la libido può essere reintroiettata e reinvestita sull'Io. Si viene così a creare uno stadio di narcisismo secondario, caratteristico delle schizofrenie. Per Freud tali patologie non sarebbero trattabili con la tecnica psicoanalitica, poiché non sussisterebbero le condizioni per cui il malato possa creare una forma di investimento sull'analista (relazione di transfert).

La concettualizzazione freudiana del narcisismo ha un limite legato al fatto che tali patologie non sarebbero trattabili con la psicoanalisi. Sicuramente più approfondite sono le successive teorizzazioni di autori quali Heinz Khout e Otto Kernberg.


2. Il narcisismo nella teoria Khoutiana

Freud, come abbiamo visto, poneva l'accento dei pazienti con patologie narcisistiche sul conflitto intrapsichico. Kouth, padre della psicologia del sé, teorizzò che tali disturbi fossero espressione di un conflitto tra il Sé e gli oggetti esterni.

Kohut sostiene che il paziente narcisista è caratterizzato da due tipi di manifestazioni che si possono riscontrare nel processo analitico: il transfert idealizzante e quello speculare. Il primo caso corrisponderebbe a quei pazienti che attivano nella relazione analitica un immagine parentale idealizzata. L'analista sarebbe quindi avvertito come un oggetto-sé arcaico, che sviluppa reazioni di forte dipendenza nel paziente, paziente che in mancanza di tale oggetto sperimenta vissuti di impotenza, mentre, approvato in modo incondizionato da tale oggetto riesce a mantenere il suo equilibrio. La traslazione – o transfert – speculare, si caratterizza per la riattivazione di un Sé grandioso. L'oggetto-analista sarebbe utilizzato a sostegno di tale grandiosità. Ci sono tre livelli di transfert speculare teorizzati da Kohut:

fusionale: è il più regressivo dei tre. L'analista è inglobato all'interno del Sé del paziente. Si relizza così una sorta di fusione analitica, in cui il paziente percepisce la coppia analitica come una cosa sola;

alter ego: il paziente percepisce l'oggetto-analista come simile a lui. Il mondo viene vissuto come ostile ai vissuti e alle necessità del paziente;

speculare: l'analista viene percepito come persone separata da Sé. Il paziente valorizza la relazione analitica nella misura in cui si sente rispecchiato all'interno di questa, altrimenti prova vissuti svalutativi nei confronti dell'analista e del processo.

Kohut effttuò le sue teorizzazioni sul narcisismo a partire da intuizioni cliniche legate allo sviluppo: nella crescita normale, i processi di idealizzazione avrebbero uno sviluppo indisturbato nella misura in cui ci fossero risposte empatiche da parte della madre. Questo permetterebbe il passaggio da un Sé grandioso e arcaico a forme di autostima più mature. In sostanza, quindi, la patologia narcisistica sarebbe determinata da un fallimento della funzione empatica della madre, fallimento che porterebbe a un arresto nell'evoluzione. L'individuo si fermerebbe così a un livello di Sé arcaico, e porterebbe così avanti una continua ricerca dell'oggetto-sé idealizzato. Quindi, nella teorizzazione Kohutiana, l'ambiente inciderebbe fortemente sullo sviluppo normale o patologico del soggetto. Tale teorizzazione ha le seguenti ricadute a livello clinico: l'analista deve permettere al paziente un'iniziale idealizzazione narcisistica, al fine di sviluppare una buona alleanza terapeutica. Una volta raggiunto tale obiettivo, l'analista si concentrerà sul Sé frustrato del paziente attraverso interventi empatici che rimandino al paziente un vissuto di rispecchiamento dell'analista nei suoi confronti. La mancanza di empatia causerebbe al paziente sensazioni di rabbia e frustrazione. Quando tali vissuti venissero a galla, potrebbero essere oggetto di esame a livello transferale.


3. Il narcisismo nella teoria di Kernberg

Kernberg teorizza una stretta connessione fra lo sviluppo narcisistico e quello delle relazioni oggettuali. I disturbi narcisistici di personalità si affiancherebbero quindi a relazioni oggettuali patologiche. Kernerg presuppone che tratti narcisistici si ritrovino anche nello sviluppo di persone "sane". In pazienti con disturbi di personalità il narcisismo assume però connotazioni patologiche.

La differenza fra persone patologiche e non patologiche sarebbe sia qualitativa sia quantitativa fin dalla comparsa del narcisismo primario in età infantile. Infatti, lo sviluppo di una personalità narcisistica - nel senso patologico -, inizierebbe nel periodo che va dai tre ai cinque anni. Il soggetto associa le rappresentazioni idealizzate e positive - sia del Sé sia dell'oggetto - formando così un Sé grandioso patologico. Un soggetto sano, dal canto suo, riesce nella funzione integrativa di immagini buone e cattive sia del Sé sia dell'oggetto. Così, lo sviluppo di un Sé grandioso patologico porta a una visione di sé irrealistica o idealizzata, accompagnata da continue necessità di rinforzi dall'esterno per mantenere sia questo fragile equilibrio sia una qualche forma di autostima. La persona va così incontro a continue disillusioni. Genitori che siano a un tempo freddi e distaccati, ma che abbiano anche aspettative esagerate nei confronti del bambino potrebbero favorire la formazione del Sé grandioso patologico.

Kernberg considerava quindi questa patologia come una struttura patologica con una funzione difensiva, in special modo per quanto riguarda aspetti legati alla dipendenza. Tale difesa si attuerebbe attraverso una proiezione delle parti che il paziente avverte come mancanti. L'altro diviene così oggetto di continui attacchi e svalutazioni. Questo porta nel tempo a un effettivo impoverimento del mondo interno del paziente, impoverimento accompagnato da sensazioni di vuoto interiore, sensazioni che stanno alla base delle continue richieste di ammirazione e accettazione da parte del paziente narcisista. Kernberg considerava inoltre l'aggressività un fattore di primaria importanza nella formazione del sé grandioso patologico: infatti, l'impossibilità del paziente narcisista di integrare le rappresentazioni positive con quelle negative sarebbe opera di una pulsione aggressiva. Pulsione che porta alla formazione di immagini scisse che vanno dall'eccessiva idealizzazione all'eccessiva svalutazione.


4. Confronto fra le due teorie 

Le formulazioni teoriche di Kouth e Kernberg partono da presupposti differenti: mentre il campione di riferimento di Kohut era formato da pazienti con un funzionamento globale abbastanza buono, Kernberg basava le sue teorizzazioni su pazienti più compromessi.  Inoltre Kernberg sosteneva che la personalità narcisistica fosse una sottocategoria del disturbo borderline di personalità. Si discostava da esso per quanto riguardava la grandiosità del Sé narcisistico, che deriva in questo caso da una fusione fra sé ideale e sé reale.

Gabbard (1994) fa le seguenti distinzioni per quanto riguarda le teorizzazioni di Kohut e Kernberg:

Kohut:

la sua teoria si basa su pazienti con un funzionamento relativamente buono, la cui stima di sé è vulnerabile alle offese - tutti pazienti ambulatoriali;
differenzia la personalità narcisista dagli stati borderline;
non definisce il mondo interno della personalità narcisistica poiché pone l'accento sulle interiorizzazione di funzioni mancanti;
definisce il sé come un normale sé arcaico, evolutivamente bloccato;
ritiene che il sé non sia difensivo;
focalizza principalmente gli aspetti lipidici idealizzanti concettualizzando l'aggressività come secondaria a una ferita narcisistica;
accetta l'idealizzazione alla lettera come una fase normale dello sviluppo che compensa una struttura psichica mancante.

Kernberg, dal canto suo:

fonda una teoria basata su pazienti ambulatoriali e ricoverati, per la maggior parte primitivi, aggressivi e arroganti con intensa grandiosità che coesiste con timidezza;
definisce la personalità narcisistica come straordinariamente affine a una sottocategoria della personalità borderline. Benché la maggior parte di tali pazienti abbia un funzionamento dell'Io migliore rispetto al paziente borderline, alcuni funzionano a un livello francamente borderline;
delinea le difese primitive e le relazioni d'oggetto tipiche del disturbo borderline di personalità;
definisce il sé come struttura altamente patologica costituita dalla fusione del sé ideale, dell'oggetto ideale e del sé reale;
ritiene che il Sé grandioso sia difensivo nei confronti dell'investimento o della dipendenza dagli altri;
sottolinea l'invidia e l'eggressività;
considera l'idealizzazione come una difesa contro rabbia, invidia, disprezzo e svalutazione.

Si può vedere come mentre Kohut poneva l'accento su mancanze ambientali che favorivano lo sviluppo di una personalità narcisistica, l'eziopatogenesi del disturbo, nella teorizzazione di Kernberg, era restituita al paziente stesso, responsabile della genesi della patologia.


5. Il disturbo di personalità narcisistico in psichiatria

Il disturbo narcisistico di personalità è così descritto nel  DSM-IV-tr: un quadro pervasivo di grandiosità (nella fantasia o nel comportamento), caratterizzato dalla continua necessità di ammirazione e da mancanza di empatia, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da cinque o più dei seguenti elementi:

ha un senso grandioso di importanza (per es., esagera risultati e talenti, si aspetta di essere notato come superiore senza una adeguata motivazione);
è assorbito da fantasie di illimitati successo, potere, fascino, bellezza, e di amore ideale;
crede di essere "speciale" e unico, e di dover frequentare e poter essere capito solo da altre persone (o istituzioni) speciali o di classe elevata;
richiede eccessiva ammirazione;
ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, cioè, la irragionevole aspettativa di trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative;
sfruttamento interpersonale, cioè, si approfitta degli altri per i propri scopi;
manca di empatia: è incapace di riconoscere o di identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri;
è spesso invidioso degli altri, o crede che gli altri lo invidino;
mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi.

Così, la nosografia psichitrica individua tre principali dimensioni patologiche che caratterizzano questo disturbo: la grandiosità nella fantasia o nel comportamento; la necessità di continue rassicurazioni e la mancanza di empatia nei confronti degli altri. Sempre Gabbard, fa una interessante distinzione fra due tipi di pazienti narcisistici, quello consapevole e quello ipervigile:

il narcisista inconsapevole è caratterizzato dai seguenti comportamenti: arroganza, invasività, egocentrismo, continui tentativi di truffare l'altro. Tale paziente si dice inconsapevole perchè non sembra rendersi conto della conseguenze dei propri atteggiamenti. Ne consegue che ci sia una certa discrepanza fra aspirazioni percepite e realtà esterna;
il narcisista ipervigile è invece caratterizzato dai seguenti comportamenti: indefiniti sentimenti di depressione, particolare sensibilità a come gli altri reagiscono nei loro confronti; timidezza e inibizione, difficoltà a mettersi in evidenza per paura dell'umiliazione e del rifiuto.



Bibliografia 


American Psychiatric Association (2000), DSM-IV-TR Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali: text revision, Milano, Masson, 2001.

Clarkin, J. F., Lenzenwerger, M. J., a cura di, (1996), I disturbi della personalità. Le cinque principali teorie, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1997.

Freud, S., (1914), Introduzione al Narcisismo, trad. it. Bollati Boringhieri, Torino, 2009.

Gabbard, G. O., (1994), Psichiatria Psicodinamica, trad. it. Cortina editore, Milano, 2002.

Kernberg, O., (1978), Sindromi marginali e Narcisismo patologico, trad. it. Bollati Boringhieri, Torino, 2000.

Kernberg, O., (1984), Disturbi gravi della Personalità, trad. it. Bollati Boringhieri, Torino, 1987.

Lasch, C., (1979), La cultura del Narcisismo. L’individuo in fuga dal sociale in un’età di disillusioni collettive, trad. it. Bompiani, Milano, 1999.

Mc Williams, N., (1994), La Diagnosi Psicoanalitica, trad. it. Casa Editrice Astrolabio, Roma, 1999.

Mitchell, S. A., (1988), Gli Orientamenti Relazionali in Psicoanalisi, trad. it. Bollati Boringhieri, Torino, 1993.

Sassanelli, G., (1998), Narcisismo. Condizione umana o disturbo della personalità, Edizioni Borla, Roma.


(Contributo on line)

venerdì 1 febbraio 2013

FREUD: LA DIGNITA' NELLA MALATTIA



Nel 1921 le opere di Freud trovarono un ampio consenso e, in risposta ad una aumentata richiesta, i suoi libri vennero tradotti in molte lingue. Uno dei direttori francesi della “Nouvelle Revue Française“, André Gide, chiese il consenso per effettuare la pubblicazione degli scritti di Freud. Nel luglio di quell’anno, la Verlag comprò da Heller per sessantacinquemila marchi, i diritti di tutti i libri di Freud. Tutti i membri del Comitato incontrarono Freud a Berlino il 20 settembre del 1921, occasione che diede loro modo di discutere su alcuni argomenti scientifici tra i quali la telepatia, il cui lavoro fu ritrovato solo dopo la morte di Freud e pubblicato successivamente. L’altro tema che condivise con i suoi collaboratori riguardava il meccanismo sottostante la gelosia paranoide, quindi l’incontro si concluse con un lavoro sui sogni. Sempre nel 1921 Freud venne eletto membro onorario della Società Olandese di Psichiatria e Neurologia, e riscrisse e pubblicò il suo libro già noto “Psicologia di gruppo e analisi dell’io”.
Il 1922 iniziò con la visita a Vienna di alcuni membri del Comitato. In quel periodo Freud stava seguendo degli studenti americani nella loro formazione personale psicoanalitica e propose loro di completare tale formazione con un approfondimento teorico, che avrebbero potuto ottenere con la partecipazione ad alcune conferenze, che avrebbero tenuto alcuni analisti viennesi. In ragione di ciò, Abraham, Ferenczi, Róheim e Sachs tennero ciascuno un paio di conferenze.
Il 31 maggio del 1922 Anna Freud lesse, presso la Società di Vienna, un suo lavoro dal titolo “Le fantasie di percosse e i sogni diurni“ ed il 13 giugno venne eletta membro della Società, con grande soddisfazione del padre.
FreudIl 1 agosto Freud iniziò le vacanze con i suoi cari, periodo che però venne turbato dalla morte dalla nipote, Caecile, a cui voleva particolarmente bene.
Nell’agosto di quell’anno Ferenczi soggiornava a Seefeld con Rank; vennero raggiunti da Abraham e Sachs e in quella occasione maturò la decisione che i membri del Comitato si chiamassero per nome e si dessero del tu. Freud si rivolgeva a tutti loro con un formale Lei e le sole persone alle quali dava del tu erano due suoi compagni di studi: lo psichiatra professor Julius Wagner-Jauregg e l’archeologo professor Löwy. Dal 25 al 27 settembre 1922 si tenne il Congresso a Berlino ove Freud lesse una relazione che si intitolava “Alcune osservazioni sull'inconscio“. Altre comunicazioni furono di: Abraham sulla melanconia, Ferenczi sulla teoria genitale, Melanie Klein, di Hermann Numberg, di Róheim ecc. Jones riferì in quell’occasione che i membri dell’Associazione erano passati negli ultimi due anni, da un numero di centonovantuno a duecentotrentanove.
Nel febbraio del 1923 comparvero i primi segni della malattia di Freud, che tenne nascosta per un paio di mesi anche ai suoi familiari. Jones ne venne a conoscenza in una lettera datata 25 aprile: ”Due mesi fa ho scoperto sulla mia guancia e sul palato, a destra, una proliferazione leucoplastica che ho tolto il giorno 20. Sono ancora a riposo e non posso inghiottire. Mi hanno assicurato che la cosa è benigna, ma come Lei sa, nessuno può garantirne l’andamento qualora le si permetta di crescere ulteriormente. La mia diagnosi era epitelioma, ma non l’hanno accettata. L’etiologia di questa reazione tissutale è imputata al fumo”.
Tutto ebbe inizio quando Freud, nella terza settimana di aprile, consultò uno dei migliori otorini, Markus Hajek, che fece diagnosi di leucoplachia da fumo, e che, a dispetto della gravità della forma riscontrata consigliò un intervento in regime ambulatoriale. Qualche giorno prima si era recato da Freud Felix Deutsch, che aveva necessità di parlargli di questioni personali, ed aveva ricevuto da Freud la richiesta di esprimere la propria opinione su quella proliferazione. Anche Deutsch fu dell’avviso che fosse necessario un intervento chirurgico radicale.
Qualche giorno dopo Freud si recò, all’insaputa della famiglia, presso la clinica dove lavorava Hajek, clinica che faceva parte di un ospedale generale e che non aveva camere private. Possiamo ben comprendere la sorpresa e la preoccupazione dei familiari, quando ricevettero la telefonata dalla clinica che chiedeva loro di portare gli oggetti personali di Freud perché potesse trascorrere la notte. Chiaramente l’operazione fu più impegnativa del previsto: i familiari trovarono Freud seduto su una sedia con gli indumenti impregnati di sangue, e poiché non c’era una camera libera venne sistemato in una cameretta con un altro paziente. L’infermiera non consentì alla moglie e alla figlia di trattenersi, e quando tornarono un paio di ore dopo, vennero informate che Freud aveva avuto un importante episodio emorragico e che era salvo solo grazie al tempestivo intervento del suo compagno di stanza. Anna volle assistere il padre durante l’intera notte e le condizioni del paziente si mantennero a lungo molto critiche. Così terminò il primo dei trentatré interventi a cui dovette sottoporsi Freud nel corso della sua vita.
La proliferazione risultò cancerosa: seguirono due trattamenti con raggi x e somministrazioni di capsule di radio. Le cure risultarono così tossiche che Freud, ancora quattro mesi dopo, scriveva di non aver trascorso un’ora senza soffrire ed aggiungeva: ”Una comprensibile indifferenza verso la maggior parte delle banalità della vita mi dimostra che l’azione del mio dolore scende in profondità. Tra queste banalità annovero anche la scienza. Non ho idee nuove e non ho scritto una riga”.
A ciò si aggiunse la morte all’età di quattro anni di suo nipote, secondogenito di Sophie, per una tubercolosi miliare.
Concordemente con i medici Freud riuscì a partire per la sua consueta vacanza di tre mesi, ma dietro le insistenze della figlia incontrò Deutsch, che constatando la ricomparsa della proliferazione ritenne necessaria un’altra operazione.
Il 26 settembre 1923 Pichler e Hajek dopo un esame scrupoloso al quale sottoposero Freud, riscontrarono la presenza nel palato, di un ulcera maligna che invadeva i tessuti circostanti, per cui fu inevitabile un ulteriore intervento chirurgico. Questo venne eseguito in due tempi, il 4 e l’11 ottobre. Nella prima operazione venne legata l’arteria carotidea esterna e furono rimosse le ghiandole sottomascellari, nella seconda operazione venne asportata la mascella e parte del palato con il risultato che si creò una fusione della cavità nasale con quella orale. Durante la degenza Freud scrisse una volta a Jones, senza far alcun riferimento sull’esito dell’intervento, ed un’altra ad Abraham, con concise parole che esprimevano l’importante depauperamento energetico in cui versava il Maestro:
"19 ottobre 1923
Lieber unverbesserlicher (incorreggibile) ottimista, oggi cambiato tampone. Uscito dal letto. Vestito quel che rimane di me. Grazie di tutte le notizie, lettere, auguri e ritagli di giornale. Non appena potrò dormire senza iniezione, tornerò a casa. Herzlich. Ihr Freud “

Le conseguenze degli interventi, imposero a Freud l’uso di una protesi che separasse la bocca dalla cavità nasale di difficile manovrabilità, poiché le difficoltà ad aprir la bocca erano enormi. La protesi venne soprannominata “il mostro“: da quel momento in poi l’eloquio divenne molto difficile, come del resto l’atto della masticazione.
Freud poté rientrare a casa il 28 ottobre, ed era suo intendimento riprendere il lavoro il 1 novembre, ma il 12 novembre Pichler dovette effettuare un altro intervento chirurgico per la presenza di tessuto canceroso sulla cicatrice dell’intervento originario. In quella sede venne asportato un ampio tratto del tessuto molle, il vecchio tessuto cicatriziale e il processo pterigoide dell’osso.
Il 17 novembre si sottopose volontariamente ad un intervento secondo Steinach, legamento del vaso deferente di entrambi le parti, nella speranza che la rivitalizzazione che l’intervento prometteva potesse dilazionare una metastasi del cancro.
L’idea era stata di von Urban che aveva lavorato con Steinach ed era entusiasta dei risultati ottenuti, ma purtroppo Freud non ne poté trarre alcun beneficio.
Questo quadro descrive solo in parte l’enorme sofferenza che Freud dovette affrontare negli anni successivi. Il lavoro più importante che scrisse nel 1923, in febbraio, fu pubblicato ad aprile sul numero della “Zeitschrift“ con il titolo “L’organizzazione genitale infantile della libido“.
Nel 1924 Freud avrebbe voluto prendere parte al Congresso di Salisburgo e cogliere l’occasione di stemperare gli attriti all’interno del Comitato, ma le condizioni di salute non glielo permisero, anche perché non avrebbe avuto le energie necessarie, come era sua abitudine, di ascoltare ogni relazione.
Il 2 gennaio di quell’anno poté riprendere il lavoro, seppur con le prevedibili difficoltà di loquela. La notizia sul suo stato di salute si era ormai divulgata, tanto che il Consiglio Comunale volle dedicare a Freud, in occasione del compleanno, il Bürgerrecht di Vienna, l’equivalente della cittadinanza onoraria. Il suo commento sarà come sempre molto aspro: “Altri ancora devono aver pensato che il mio prossimo 68° compleanno può esser l’ultimo, poiché la città di Vienna si è affrettata a tributarmi quel giorno l’onore del suo Bürgerrecht che di solito spetta ai 70 anni”. 
L’VIII Congresso Internazionale si tenne dal 21 al 23 aprile a Salisburgo, e Jones colse l’occasione per recarsi subito dopo a Vienna. L’incontro con Freud fu traumatico perché il cambiamento dell’aspetto e il mutamento della voce erano enormi.
In una lettera indirizzata a Jones del 16 luglio 1924, Freud esprimerà la sua soddisfazione, abbandonando l’iniziale scetticismo, sulla traduzione e successiva pubblicazione dei Collected Papers : ”La notizia datami da Mrs. Rivière circa il primo volume della raccolta è stata un piacere e una sorpresa. Confesso di aver avuto torto. Ho sottovalutato o la durata della mia vita o le sue energie. Le prospettive esposte nella Sua lettera circa i volumi successivi mi sembrano splendide”.
Quando poi ricevette il primo volume ne fu entusiasta: ”E’ arrivato il primo volume della “raccolta”. Bellissimo. Imponente. La mia unica perplessità - che questi vecchi scritti non costituiscano una buona introduzione per il pubblico inglese - è composta dalla notizia che il secondo volume seguirà tra poche settimane. E’ auspicabile che presto seguano pure i casi clinici: sono la cosa a cui attribuisco maggiore importanza: Vedo che Lei ha raggiunto il Suo scopo di assicurare un posto, in Inghilterra, alla letteratura psicoanalitica e mi congratulo con Lei di questo risultato nel quale avevo quasi cessato di sperare”.
Nel 1924 Freud pubblicò oltre ad alcune prefazioni, cinque lavori: in due di questi “Nevrosi e psicosi“ e “La perdita della realtà nelle nevrosi e psicosi“ approfondiva quanto già esposto in “L’Io e l’ES“. In aprile fece la sua comparsa “Il problema economico del masochismo“ e in luglio “Tramonto del complesso di Edipo“.
Nel 1925 Jones comunicò a Freud che era stato fondato a Londra un Istituto di Psicoanalisi.
Al Congresso di Salisburgo era stata proposta Lucerna come sede del successivo Congresso, ma gli svizzeri indicarono Ginevra con l’impegno che ad ogni relazione seguisse una discussione. Poiché la richiesta poneva dei notevoli problemi di realizzazione, Abraham dovette decidere di organizzarlo in Germania. Anche in quella occasione Freud dovette rinunciare, come non poté incontrare Abraham e sua moglie che avevano progettato una visita a Vienna durante la Pasqua. Per il compleanno di Freud, il 6 maggio del 1925, i soli membri del Comitato presenti furono Ferenczi e Eitingon.
In quell’anno Abraham cominciò a presentare delle noie di salute, tanto che al congresso di Homburg, tenutosi da 2 al 5 settembre, era molto provato anche per gli effetti della morfina con la quale cercava i sedare la sua tosse cronica. In quell’occasione Jones suggerì ad Eitingon, che durante il Congresso si istituisse una Commissione Internazionale che stabilisse dei criteri generali per il training psicoanalitico, ai quali tutte le Società avrebbero dovuto aderire per favorire un proficuo scambio scientifico. Durante la riunione amministrativa la proposta venne accolta immediatamente. Freud in quell’occasione affidò alla figlia Anna la lettura della sua relazione dal titolo “Alcune conseguenze psicologiche della distinzione anatomica tra i sessi“, pubblicata un mese dopo sulla “Zeitschrift“.
Abraham continuava intanto ad essere tormentato dalla sua malattia e, in ragione dell’ingrossamento del fegato, insistette perché venisse operato alla cistifellea, attribuendo a questa la causa dei suoi disturbi. Richiese inoltre che la data dell’intervento fosse scelta secondo i calcoli della teoria di Fliess, ed in una lettera indirizzata a Freud, riportò i saluti che l’ex amico e collega gli inoltrava. La risposta del Maestro fu perentoria: ”Questa espressione di simpatia dopo 20 anni mi lascia ben freddo“.
Successivamente emerse in modo inequivocabile che Abraham fosse affetto da un cancro al polmone: il 18 dicembre del 1925 Jones ricevette un telegramma da Sachs, che lo informava delle gravissime condizioni in cui versava il collega. Abraham una settimana dopo morì. Il giorno in cui Freud ricevette la notizia, scrisse un breve necrologio che sarebbe stato completato da uno scritto biografico da parte di Jones. Nel necrologio vi inserì una citazione di Orazio “Integer vitae scelerisque purus” (“Un uomo integro e senza macchia“) e precisò a Jones: ”Ho sempre giudicato particolarmente di cattivo gusto le esagerazioni in occasione di una morte. Ho cercato accuratamente di evitarle, ma sento che questa citazione è veramente calzante”. 

(Contributo on line)

lunedì 28 gennaio 2013

LA PSICOANALISI: UNA PANORAMICA



La psicoanalisi fu sviluppata da Sigmund Freud (1856-1939) per cercare di affrontare i problemi di alcuni pazienti con cui falliva la tecnica catartica (ipnosi) utilizzata prevalentemente dal suo collega Breuer.
Il metodo psicoanalitico utilizzato da Freud si discostava di molto dai precedenti metodi di cura: se prima di Freud isteria e nevrosi erano curate con l'ipnosi o addirittura con l'elettroshock, con Freud la cura divenne decisamente meno cruenta.
Freud introdusse, infatti, la talking cure ("la cura del parlare, del discorrere"), ovvero lasciava che i pazienti, opportunamente rilassati e distesi comodamente su un divano (tramutatosi poi nell'iconografia della psicoanalisi nel famigerato lettino dell'analista), dessero libero sfogo alle parole e al flusso delle proprie idee, tentando di vincere l'azione di censura delle tradizioni, della morale e degli imperativi sociali che impedivano ai fatti raccontati di presentarsi per cio' che erano.
L'azione di tali imperativi ostacolava spesso la soluzione di un trauma rimosso, il trauma incontrava resistenza nel venire alla luce: lasciando che le parole fluissero per associazione di idee, senza alcuna logica che non fosse spontanea, permetteva a Freud e al paziente di portare a galla verita' che non si credevano nemmeno di avere nascoste.
Importante per tale lavoro di recupero del trauma era un certo rapporto di amore ed odio che si instaurava tra paziente e medico (il transfert, ovvero il vincolo emotivo): lungi da costituire un ostacolo alla terapia, Freud riteneva un certo grado di transfert essenziale per la guarigione del paziente.
La cura cosi' strutturata appariva dunque come un lavoro sul paziente, che da soggetto passivo diventava soggetto attivo: il paziente, con l'aiuto del terapeuta, si curava da se', da se' poteva arrivare alla soluzione del suo stesso trauma.

Psicoanalisi: i concetti fondamentali

Freud parte da un modello in cui la mente umana ha una struttura tripartita: IoSuper-Ioed Es:
  • Io. E' il substrato cosciente ed e' quello di cui si ha consapevolezza;
  • Es. E' l'opposto dell'io, quindi inconscio, il quale raccoglie e memorizza un'enorme quantita' di informazioni che vanno dal periodo della prima infanzia sino alla morte.
    Tuttavia nell'adulto il contenuto psichico dell'Es e' celato e reso normalmente inaccessibile;
  • Super-Io. Rappresenta il "censore" della mente umana.
In una situazione di normalita' i ricordi rimossi che stazionano nell'Es vengono ostacolati dal Super-Io e quindi non riescono a raggiungere l'Io, quando invece un qualsiasi elemento cosciente riesce a 'risvegliare' un oggetto rimosso nasce un conflitto tra il ritorno del rimosso e le resistenze del Super-Io.
Freud chiama tale situazione nevrosi (o psicosi nel caso in cui l'alterazione della personalita' risulti tale da compromettere del tutto il contatto con la realta').
Il metodo psicoanalitico si basa sull'idea che le nevrosi scaturiscano dall'incapacita' dell'Io di impadronirsi delle idee rimosse: in altre parole, per Freud la conoscenza del motivo patologico e' gia' di per se' cura del disagio stesso.
Tuttavia gli elementi rimossi non sono noti a priori e quindi e' impossibile cercare in una direzione precisa. Per questo motivo Freud basa la tecnica terapeutica sul concetto di associazione libera ovvero sul lasciare il paziente completamente svincolato da qualsiasi regola di condotta nei suoi discorsi.
Possiamo quindi affermare che con il termine psicoanalisi intendiamo:
    • una procedura esplorativa di quei processi mentali che sono inaccessibili ai metodi tradizionali.
    • una particolare tecnica psicoterapeutica, basata fondamentalmente sull'investigazione, ai fini di trattare i disturbi neurologici di varie origini.
    • una sistematica accumulazione di conoscenze raccolte con il metodo psicoanalitico, quasi a costruire una dottrina psicologica.
Dobbiamo pero' partire dal presupposto che non bisogna intendere la psicoanalisi come una scuola di pensiero unitaria e rigidamente istituzionalizzata, bensi' come una galassia di teorie, pratiche ed idee che gravitano intorno alle scoperte del padre fondatore della psicoanalisi: Sigmund Freud.
Dopo Freud, molti altri autori hanno sviluppato le sue idee, ed in diversi casi creato dei modelli alternativi.


(Contributo on-line)

WILHELM REICH, IL GRANDE ERETICO DELLA PSICOANALISI




Wilhelm Reich (Dobrzcynica24 marzo 1897 – Lewisburg3 novembre 1957) è stato un medico e psichiatra austriaco, allievo diSigmund Freud e noto per la sua controversa teoria sulla cosiddetta "energia orgonica".

L 'importanza dell'opera di Whilelm Reich per la storia della civiltà umana è di assoluto valore e non può essere in alcun modo svilita dalle sfortunate e dolorose vicende che lo condusserro alla fine della sua vita.
Tali contributi sono:

1 Ricerche specifiche e documentate sulla repressione sociale della sessualità e sulla funzione repressiva della sessualità cui assolve la famiglia.

2 Sviluppo di istanze e politiche specifiche per la liberazione sessuale, in particolare dei giovani.

3 Studio della struttura caratteriale nevrotica e della sua funzione nell'edificazione del fenomeno di massa del Nazi-Fascismo

4 Precursore, teorico e iniziatore della medicina psicosomatica

All'accurata diagnosi delle disfunzioni sessuali individuali e sociali pervenne fino dai nuovi studi sul carattere nevrotico del 1924 ( Der Triebhafte Chrarakter) essendo stato allievo prediletto di Sigmud Freud ed esperto psicoanalista, direttore dei seminari agli psicoanalisti in formazione, scopritore delle difese caratteriali e autore del classico della letteratura psicoanalitica "Analisi del Carattere" ( prima edizione Berlino 1933) , tuttora parte integrante della formazione dello psicoanalista. Creò tra il 1925 e 1930 i primi consultori per adolescenti e giovani, di cui una pallida discendenza è tutt'oggi in Italia l'Aied, fondato all'origine in Italia dal Prof. Luigi de Marchi, convinto reichiano. Reich fu autore della sintesi tra psicoanalisi e marxismo, ripresa successuvamente dal filosofo Herbert Marcuse nel suo libro Eros e Civiltà (non risultano opere successive di filosofi che abbiano avanzato le tesi ivi elaborate) e autore di ricerche specifiche sull'autoritarismo della famiglia ai tempi della scuola di Fracoforte. La famiglia era identificata anche da Reich come cellula privilegiata per la repressione sessuale e la diffusione della "peste emozionale".
L'influenza sociale di Reich fu notevole e ripresa in Inghilterra da Alexander Neill che su principi reichiani fondò la scuola di Summerhill. Ulteriori informazioni specifiche al link: http://www.filosofico.net/wilhelmreich.htm.
Le sue ricerche spaziarono in molti ambiti, senza limitarsi al suo campo specifico di studi, quello della psichiatria.
Nell'ultima parte della sua vita alcune ricerche da lui compiute lo portarono ad affermare di avere scoperto una presunta nuova forma di energia, il cosiddetto "orgone". Queste teorie furono fortemente osteggiate dalla comunità scientifica, in quanto mancanti di prove sperimentali e di un apparato teorico a sostegno.
Subì una condanna a due anni di reclusione; durante il processo a suo carico, avviato a seguito delle indagini della FDA statunitense sulla validità della sua presunta "terapia orgonica", Reich sostenne che la Corte americana non era qualificata per giudicare le sue teorie e morì in carcere nel 1957 per un infarto.



Biografia 

La sua città natale si trova nella parte della Galizia polacca attualmente in Ucraina, che all'epoca era ai limiti orientali dell'Impero austro-ungarico.
La famiglia di Reich era benestante, pertanto il padre poteva permettersi di non far frequentare le scuole pubbliche ai propri figli, preferendo fossero seguiti da un tutore privato; all'epoca questa scelta non era vietata dalle leggi di Stato. I Reich erano di origine ebrea, ma non diedero una educazione religiosa ebraica, né appartennero mai ad alcun movimento religioso, educando i figli alla libertà di pensiero.
Nel 1910, quando Wilhelm aveva solo tredici anni, raccontò al padre della relazione tra il proprio tutore e la madre, che forse per questo si suicidò. Quattro anni dopo morì anche il padre e Wilhelm si fece carico, diciassettenne, di gestire l'impresa familiare ed i possedimenti agricoli. La guerra gli porterà via tutto.
Dopo la guerra si iscrisse a giurisprudenza, ma poco dopo cambiò facoltà e passò a Medicina (sempre presso l'Università di Vienna) ove si laureò nel 1922 dopo quattro anni di corso anziché sei, come era consentito ai reduci di guerra. In questo periodo mantenne il fratello minore (che morirà ventiseienne) dando ripetizioni universitarie.
Al secondo anno di questo cursus studiorum, nel 1919, ebbe l'idea di organizzare un seminario di sessuologia, ritenendo che la materia fosse il punto debole della facoltà ed invitò, tra gli altri, alcuni psicoanalisti. Nello stesso anno, grazie alla stima che dimostrò per luiPaul Federn, divenne membro della Società Psicoanalitica di Vienna (fondata da Freud, Adler, Kahane, Reitler e Stekel) e già dal 1919 iniziò a trattare pazienti.
Nel 1922, anno della laurea, sposò Annie Pink, un'altra famosa psichiatra, inizialmente sua paziente come il discepolo Alexander Lowen; iniziò a lavorare nella Clinica Psicoanalitica fondata da Freud nel medesimo anno. Tra il 1924 e il 1930, ormai professore, insegnò all'Istituto di Formazione Psicoanalitica di Vienna.
Nel 1925 pubblicò un libro, Il carattere pulsionale, sulla psicopatologia dell'Io in cui confrontava un panel di nevrotici con inibizionipulsionali con uno composto da soggetti pulsionalmente disinibiti (affetti cioè da disturbi borderline). Fu qui che per la prima volta si accorse che alcuni problemi potevano avere una relazione con la condizione sociale dei pazienti (Cfr. Erich Fromm).
La stima di Freud per Reich aumentò incondizionatamente fino al 1927, anno della sua iscrizione al Partito Comunista e della pubblicazione del libro "La funzione dell'orgasmo" che poneva Reich in contrapposizione con i colleghi, poiché Reich, rifugiandosi nell'esaltazione della genitalità e sulla pretesa funzione liberatoria dell'orgasmo (teorizzando la piena capacità orgastica) confinò la sessualità pregenitale e le sue manifestazioni invariabilemnte nelle perversioni, secondo la concezione borghese ancora vigente. Si allontanava in questo modo dalle fondamentali scoperte compiute da Freud circa la plasticità della libido e i Tre Saggi sulla sessualità che definiscono lo sviluppo sessuale umano dalla nascita alla maturazione adulta. Di conseguenza in questo periodo maturò in Reich la convinzione che vi sia un nesso tra repressione sociale e repressione della sessualità (Cfr. Eros e Civiltà di Marcuse), differenziandosi in questo da Freud, che da sempre interessato all'aspetto sociale delle nevrosi a partire dalla scoperta del complesso di Edipo, nel processo di sviluppo della psicoanalisi dalla contrapposizione tra istinto di conservazione e istinto sessuale era pervenuto infine al dualismo di amore e odio. Il dualismo tra Eros e Thanatos, cui Freud poteva finalmente ricondurre i fenomeni del sadismno e del masochismo, fu respinto da Reich con vigore, affermando egli una naturale predisposizione della libido a disporsi univocamente con bontà e amore, quando potesse svilupparsi senza incorrere in repressioni. Reich affermava: "fondamentalmente la vita è semplice, la complica solo la struttura umana quando è caratterizzata dalla paura di vivere", invertendo così i termini freudiani che afferivano piuttosto alla paura della morte. Nel 1921, con la pubblicazione di " Massenpsycologie und Ich Analyse" Freud procedeva nell'analisi dei meccanismi sociali già iniziata con Totem e Tabù circa 10 anni prima. Nel 1930-1933, Reich, partendo dalle scoperte rivoluzionarie di Freud scriveva Massenpsychologie des Faschismus (Psicologia di massa del fascismo) nel tentativo di fondere le acquisizioni psiconalitiche e del carattere con gli studi e le osservazioni sociali condotte, arrivando a definire la struttura psicologica degli individui e delle masse che soggiacciono al potere dispostico del nazi-fascismo e dei dittatori in genere. Contestava i termini "borghese" e "proletario" sostituendoli con "reazionario" e "libertario", ammettendo che tali qualifiche sono trasversali alle classi sociali, con una più marcata accentuazione repressiva nelle classi meno abbienti. A metà degli anni trenta Reich finì per sostenere di aver scoperto un'energia cosmica durante i suoi studi sull'orgasmo nell'ambito della psicologia, e la chiamò per questo orgonica, supponendo che fosse contenuta nell'atmosfera e nella materia vivente. In mancanza di prove sperimentali, questa sua opinione non fu mai accettata dal mondo scientifico.
Le opere di Reich furono messe al bando dai nazisti e infine Reich, che pure era di origine ebrea, decise di fuggire dall'Austria e si trasferì nel 1939 negli Stati Uniti d'America, dove continuò le sue ricerche sperando di trovare una cura per malattie incurabili come ilcancro. Nel 1947, a seguito di una serie di articoli sull'energia orgonica pubblicati su The New Republic e Harper's, la Food and Drug Administration (FDA), iniziò a investigare sulle affermazioni di Reich in merito alla "terapia orgonica", di cui impedì la promozione come trattamento medico. Tra il 1947 e il 1951 condusse il progetto ORANUR.
Processato per aver violato il divieto della FDA, Reich si difese da solo, inviando al giudice tutte le proprie pubblicazioni; alla fine fu condannato a due anni di reclusione per oltraggio alla corte. Nell'agosto del 1956 a New York sotto la supervisione della FDA furonobruciate tonnellate di copie dei suoi scritti.[1]
Reich morì in prigione per un attacco cardiaco un anno dopo nel 1957, pochi giorni prima del suo rilascio sulla parola.

Rapporti con le teorie freudiane 

Reich, come Freud, era un convinto assertore della sessualità come elemento centrale della psicanalisi; alla base di tutta la teorizzazione reichiana vi sono i postulati appartenenti al primo periodo di ricerca di Freud, il quale scoprì la libido pulsione "energia vitale", ovvero "forza motrice somatopsichica".
L'interpretazione dominante di energia orgastica: questa non si libererebbe attraverso il mero atto sessuale, privo cioè di amore (profonda compartecipazione psichica durante l'atto fisico). La maggiore energia si libera invece nei soggetti che riescono a "liberarsi" e ad "abbandonarsi", riuscendo ad integrare il corpo e la mente e favorendo conseguentemente lo scioglimento dei blocchi psichici fonte delle nevrosi quotidiane.

Allontanamento da Freud 

Vi sono diversi aspetti che hanno allontanato Reich dal suo maestro.
Innanzitutto Reich rifiuta la teoria della pulsione di morte: mentre Freud, nell'evoluzione della concezione dualistica degli istinti ( prima contrapposta tra istinto di conservazione e istinto sessuale), ritiene che questa pulsione (che tende a riportare nello stato di quiete la materia vivente) sia radicata nell'essenza vitale di tutti gli esseri animati, compresi gli insetti di cui cita la mantide religiosa e altri per cui l'atto di fecondazione causa direttamente la morte. Per Reich si tratta di una pulsione secondaria rispetto all'unico istinto primario che per lui è e rimane quello "vitale", deducendo in tal modo che sadismo e masochismo fino all'autodistruzione derivano dalla nevrosi, dalladistorsione e corruzione delle "funzioni naturali" connaturate all'individuo.
Anche la lontananza fisica e il contatto con altre culture hanno allontanato i due scienziati: durante il periodo che trascorse a OsloReich condusse diversi esperimenti per sbloccare le tensioni muscolari psicosomatiche, ritenendo che una terapia della mente non potesse prescindere da una cura del corpo: questa teoria sarà successivamente sviluppata e portata alla maturità dal suo discepoloAlexander Lowen, i cui metodi hanno incontrato un successo ben maggiore di quelli del suo «geniale maestro», come ebbe a dire lo stesso Lowen.
Freud andava sperimentando che una psicoterapia efficiente, salvo casi di nevrosi particolarmente difficili quali le sindromi maniaco-depressive e forme di schizofrenia e paranoia grave, era possibile ottenerla utilizzando gli strumenti messi a punto progressivamente dalla psicoanalisi. Abbandonata l'ipnosi che aveva appreso da Charcot a Parigi, era passato alle associazioni libere, all'analisi dei sogni e degli atti mancati, all'analisi della nevrosi di transfert - il rapporto che si sviluppa attraverso fasi positive e negative nella relazione tra paziente e analista - tutto ciò condicendo all'abreazione solutiva dei traumi instauratisi nella mente del paziente, intesi come veri e propri blocchi dell'energia psichica che "gira a vuoto" producendo sofferenze. Nella pratica , come affermava Freud, si trattava di rendere coscienti processi inconsci deleteri, conducendo ad un allargamento della coscienza stessa, laddove prima era inconscio rimosso. Secondo Reich la scoperta (e rimozione) dei "blocchi psichici" poteva essere facilitata dall'eliminazione dei "blocchi fisici" poiché alla corazza caratteriale corrisponde un corrazza somatica. Con tali studi Reich è di fatto l'importante precursore della successiva medicina psicosomatica.

La sessualità e il concetto di corazza



La funzione dell'orgasmo 

Sulla base delle osservazioni da lui fatte durante la psicoanalisi dei suoi numerosi pazienti, Reich avvertì la necessità di dare una spiegazione alle esigenze sessuali degli individui e la trovò nella riproposizione della dualità corpo/energia e ritenne di aver evidenziato un principio funzionale di base, secondo il quale la naturale carica energetica a cui ogni organismo vivente sarebbe sottoposto, presto o tardi deve essere scaricata. Secondo Reich la funzione erettile sarebbe la controparte meccanica dell'accumulo di energia, da cui la distinzione tra "orgasmo genitale" (l'eiaculazione) e orgasmo sessuale (la scarica di energia in eccesso): la pratica dell'amplesso porterebbe l'organismo alla massima carica possibile fino al raggiungimento dell'acme sessuale, infine con l'orgasmo avverrebbe la scarica, seguita dalla distensione. Tuttavia le descrizioni di Reich circa la sesualità feminile sono curiosamente del tutto assenti.
La funzione basilare di ogni essere vivente fu ritenuta essere quella orgastica. Reich contestava la funzione riproduttiva generalmente attribuita all'orgasmo dalla biologia, sostituendola con una valenza energetica che si tradurrebbe nei dualismi tensione/erezione e scarica/eiaculazione. Reich ritenne che la scarica di energia sessuale fosse una necessità improcrastinabile al fine di preservare intatte le funzioni biologiche dell'organismo. Reich attribuiva le nevrosi e tutte le conseguenze fisiche ed energetiche delle stesse all'insoddisfazione orgastica dovuta al fatto che l'energia in eccesso non fosse scaricata completamente. I traumi psicologici affliggerebbero sia il corpo fisico, sia le funzioni orgastiche e Reich, a differenza delle teorie della psicologia a lui contemporanea su quelle che venivano definite psicopatologie, le considerava piuttosto il risultato di traumi vissuti dall'individuo in tutti quei casi in cui le imposizioni culturali ed educative fossero volte a reprimere la necessità di una scarica totale dell'energia in eccesso attraverso l'orgasmo.
Fin dalle prime ricerche Reich sostenne sempre che la maggior parte delle nevrosi mostrassero una particolare struttura stratificata e sviluppò in seguito l'idea che questi "strati" potessero avere una vera e propria connotazione fisica e ostacolassero il naturale fluire dell'energia nell'organismo, alterando così il meccanismo naturale di carica/tensione e scarica/distensione. Le stratificazioni non necessariamente ostacolerebbero le funzioni genitali, ma porterebbero progressivamente all'impotenza sessuale, con la conseguente incapacità di liberare completamente l'energia in eccesso e di raggiungere una distensione completa, pur mantenendo la capacità di ottenere l'orgasmo fisico.

La corazza emozionale e muscolare

Con il termine di "corazza", si indica l'ancoraggio bio-psicologico della repressione emozionale, o più semplicemente, come indica il termine stesso, lo scudo sia fisico che mentale dietro il quale la personalità (da "persona", maschera) si nasconde per proteggere l'individuo.
La corazza ha la tendenza a "fossilizzarsi" e a non evolversi seguendo lo sviluppo dell'individuo durante il corso della propria vita.
È in questa fase che la corazza cessa progressivamente di svolgere il suo ruolo primario di difesa e si trasforma sempre più in una mera "zavorra" che limita la capacità di libertà e di felicità dell'individuo.
L'equilibrio psichico garantito dalla corazza ha quindi un prezzo; in cambio ci protegge da quei traumi che non siamo riusciti a rimuovere (altra differenza con Freud) e riduce l'ansia e la paura apparente. In verità una corazza molto sviluppata nasconde una profonda insicurezza interiore ed una forte sfiducia nell'ambiente esterno, percepito come ostile e pericoloso.

Costruzione della corazza 

Esattamente come Freud (ed in accordo con le moderne teorie sulla plasticità cerebrale) Reich ritiene che la corazza inizi a formarsi già nella prima infanzia, come risposta del bambino ai limiti che gli vengono posti. Possiamo considerarlo come un meccanismo di adattamento all'ambiente.
A differenza delle successive teorie comportamentali, per Reich questo adattamento non è superficiale ma profondo. (cfr. formazione del cosiddetto Bambino libero e del cosiddetto Bambino adattato in Analisi transazionale). Secondo Reich, essendo la corazza un'utile "barriera al dolore", il suo sviluppo è tendenzialmente legato alla quantità di sofferenza prolungata cui è esposto il fanciullo (flusso).
L'intensità del dolore invece può produrre più facilmente un trauma specifico ed una sua conseguente rimozione: quando questa intensità non è sufficientemente elevata, ma ha tuttavia carattere di continuità, ecco che nasce l'esigenza di proteggersi con una "struttura duratura" e non temporanea, in quanto la nostra psiche si attende che il dolore ritorni di continuo e non sia sufficiente eliminarlo "una volta soltanto".
Quando il dolore si allontana, però, resta la corazza, a perenne memoria. A livello fisico le parti (muscolatura e sistema osseo) coinvolti sono soprattutto il torace e il diaframma (sede della respirazione), il collo e le spalle, la colonna vertebrale (ed in particolare la zona anale e la pelvica).

Eliminazione della corazza 

Anche se la corazza è una struttura psicofisica che tende a consolidarsi nel tempo, secondo molti è possibile almeno ridurre alcuni dei limiti che ci pone nella quotidianità.
Gli psicoterapeuti che si fondano sugli studi di Reich sono anche convinti assertori delle malattie psicosomatiche e ritengono che così come un dolore psichico può indebolire le difese immunitarie facendo ammalare il corpo, si possa percorrere il percorso opposto, mantenendo "sano" il corpo; in fin dei conti già gli antichi dicevano "mens sana in corpore sano". All'epoca di Reich gli effetti benefici dello sport erano poco noti e si preferiva sottoporre i pazienti in terapia a massaggi stimolanti o rilassanti a seconda del problema psicologico. Fra l'altro è da notare che alcune tecniche di rilassamento e respirazione hanno alcuni aspetti in comune (il modo in cui si giunge con l'autoipnosi, che è un vecchio "cavallo di battaglia" dei Freudiani puri.
Ad una forma di rilassamento fisico deve associarsi, secondo Reich, una forma di "liberazione mentale" mediante il rilascio a livello cerebrale di endorfine. All'epoca il sistema più noto (e semplice) per produrre le endorfine era l'orgasmo: qui si fonda, a torto o a ragione, l'importanza che Reich dava all'orgasmo e di conseguenza alla "liberazione dei costumi sessuali" al fine di rendere l'uomo più libero e consapevole della propria sessualità e dei legami tra una "sessualità repressa" e l'insorgere di patologie psicofisiche.

Reich e il movimento per la liberazione sessuale 

Reich visse all'inizio del XX secolo in una Europa continentale contadina e borghese, almeno trent'anni prima del movimento del Sessantotto, quando per la prima volta nel mondo viene messa in dubbio l'etica sessuale in vigore nel mondo occidentale. Reich si affiancò al filone, ispirato anche da Freud e dalla sua teoria sui tabù, che spingeva al riconoscimento di una libertà sessuale primitiva di molti popoli "non civilizzati" in altre parti del pianeta; questa sessualità è vista come la sessualità naturale, priva di timori e falsapudicizia. È proprio per le sue teorie sulla sessualità ed i suoi appelli pubblici per la liberazione dei costumi che Reich è passato alla storia, considerato unanimemente il "profeta" della "rivoluzione sessuale" che scosse l'Europa tra gli anni sessanta e gli anni settanta.
Reich tende a "identificare" la salute psichica con la liberazione della sessualità; passando sul piano "politico", questa teoria da psicologica diventa sociologica e condanna la società dell'epoca, vista come borghese e oscurantista. Reich riesce così a coniugareMarx e Freud, accusando la classe dominante di mantenere l'ordine sociale (e con esso la propria supremazia) reprimendo il libero manifestarsi dell'energia sessuale.
La morale sessuale dominante nella società e nella famiglia si esplica in sostanza, tramite una struttura psichica che reprime le pulsioni sessuali, generando nevrosi e infelicità.
Reich ha in questo profondamente influenzato studiosi come Fromm e Marcuse, anch'essi accusati di simpatizzare per il comunismo, sebbene nel caso di Fromm si trattasse solo di una forte critica alla società consumistica e vuota statunitense, cui corrispondeva un altrettanto forte critica dei regimi comunisti.

Reich e il comunismo 

Reich si iscrive nel 1927 al Partito Comunista Austriaco. La militanza nel partito consente a Reich di scoprire quella che avrebbe definito in seguito come la "materia sessuale di massa": ad esempio l'assenza di una sessualità sana e soddisfacente conduceva alla nevrosi di origine sessuale ed alle angosce adolescenziali, frutto anche della scarsa informazione in materia. Chi pagava maggiormente per questi limiti posti dalla società attraverso i suoi tabù erano le classi meno abbienti e istruite, quelle che subivano passivamente il potere e non avevano gli strumenti per ribellarsi: il luogo di incontro tra Reich e i suoi pazienti erano i "centri popolari di igiene sessuale", da poco istituiti per consentire al proletariato di accedere a terapie psicologiche altrimenti troppo onerose.
In questo periodo da "medico del popolo" Reich trae gli elementi esperienziali per contestare teorie e pratiche terapeutiche freudiane. Su questi argomenti scrive in quegli anni diversi testi tra cui: La funzione dell'orgasmo (1927) e Materialismo dialettico e psicoanalisi(1929).
Quando nel 1930 si trasferisce a Berlino, milita attivamente nel Partito Comunista Tedesco. Pubblica le opere più importanti negli anni trentaL'irruzione della morale sessuale coercitiva (1932), La lotta sessuale dei giovani (1932), Analisi del carattere (1933), La psicologia di massa del fascismo (1933) e, infine, La rivoluzione sessuale (1936).
In rotta con il partito fin dal 1932 a causa della sua propaganda tra i giovani iscritti e per le posizioni propugnate nel saggio La psicologia di massa del fascismo (dove individua nel fascismo "l'espressione politicamente organizzata della struttura caratteriale umana media" in quanto costituisce "l'atteggiamento fondamentale dell'uomo autoritariamente represso dalla civiltà delle macchine"), Reich è anche bandito – nel 1934 – dalla "Società psicoanalitica internazionale", mentre già si trova a vagabondare per l'Europa per sottrarsi alnazismo oramai dilagante.

Reich e l'orgone 



Nel 1942[2] ipotizzò che le malattie psichiche avessero un'eziologia "energetica" e che a questa energia (l'orgone) fossero collegati la sessualità e l'orgasmo.
Reich ipotizzò inoltre che esistesse un dualismo tra materia ed energia e concepì l'orgone come un'energia basilare che avrebbe permeato l'universo: di conseguenza ritenne la sua teoria funzionalmente applicabili anche ad altri ambiti oltre che a quello psicologico, quali ad esempio la meteorologia e l'astronomia. Ritenne inoltre che le teorie da lui formulate fornissero una risposta logica a importanti quesiti, quali una definizione scientifica della vita che permettesse di distinguere nettamente tra "animato" e "inanimato".
Reich considerò[3] inoltre l'insorgere del cancro come la controparte fisica di una biopatia (ovvero una patologia energetica), da ricercarsi nel ristagno dell'energia orgonica in eccesso.
In base alle caratteristiche individuate per l'energia orgonica, Reich ritenne di aver individuato analogie funzionali con una serie di fenomeni naturali, quali le aurore boreali, gli uragani, il moto e la forma dei corpi celesti, e in particolare la forma delle galassie e la forza di gravità. Alcuni fenomeni naturali macroscopici sarebbero il risultato di semplici superimposizioni di flussi di orgone[4].
Reich intraprese una vasta ricerca con lo scopo di dimostrare le potenzialità della sua scoperta e cercando di produrre riscontri pratici. Vennero condotti numerosi esperimenti nei quali venivano utilizzate apparecchiature appositamente inventate sulla base dei principi che Reich riteneva di aver individuato fino a quel momento. Avrebbe realizzato degli "accumulatori di orgone (detti "ORAC", acronimo per "orgone accumulators") e un altro dispositivo, che chiamò cloud buster (letteralmente "acchiappanuvole). Questo si sarebbe basato sul principio secondo cui piccoli potenziali di orgone verrebbero attratti verso grandi potenziali. Il dispositivo sarebbe stato “alimentato” tramite un flusso di acqua corrente quale un torrente, che possederebbe un grande potenziale di orgone: tramite esso Reich riteneva fosse possibile creare un flusso di orgone direzionato che, incrociato con quello naturale atmosferico, avrebbe potuto produrre o dissolvere le nuvole.
Tra il 1947 e il 1951 Reich condusse l'"esperimento ORANUR", che riguardava lo stato di "ipereccitazione" a cui sarebbe stata sottoposta la presunta "energia orgonica" se a contatto con materiali radioattivi (energia nucleare). L'effetto dell'esperimento fu diverso da quello che Reich si aspettava e lo portò ad ipotizzare l'esistenza dell'"orgone negativo" o "DOR" (acronimo di "deathly orgone", ovvero "orgone mortale"). Dopo la presunta scoperta del DOR Reich attivò diverse serie di operazioni pensando di poter debellare la siccitàutilizzando i macchinari da lui inventati[5].
Nei suoi ultimi anni Reich ha narrato in diverse circostanze di quelle che riteneva le sue esperienze con gli alieni.
In particolare in uno dei suoi ultimi libri, "Contact With Space ", riferisce di una presunta battaglia con una astronave aliena, che sarebbe avvenuta il 14 dicembre del 1954, nei cieli sopra il deserto dell'Arizona. Egli sarebbe riuscito a sconfiggere gli alieni usando come arma i suoi "cloud buster". Reich riteneva gli alieni responsabili del processo di desertificazione della Terra ed intenzionati a conquistare il pianeta. Secondo lui, il progetto degli alieni era quello di disseminare sul nostro pianeta il terribile DOR.

Influenza culturale 

I sostenitori delle teorie del Reich ritengono che un indizio del legame profondo tra orgasmo e malattia si possa riscontrare nell'azione di antidepressivi di ultima generazione di tipo SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) i quali hanno in alcuni casi come effetto collaterale l'anorgasmia o altre disfunzioni sessuali; questi effetti, secondo alcuni studi, si prolungano anche dopo la fine della terapia, causando la cosiddetta PSSD(disfunzione sessuale post-ssri). 
Wilhelm Reich e le sue teorie sono citate e utilizzate come base della trama nel romanzo fantastico Il mistero dell'inquisitore Eymerichdello scrittore italiano Valerio Evangelisti (ambientato in Sardegna, dove lo scrittore immagina essere situati centri di forza orgonica), e in altri dello stesso autore che hanno come protagonista l'inquisitore Nicolas Eymerich.
Un numero della serie a fumetti The Invisibles intitolato Karmageddon: Part 1: Tantrika (Vol. 3 numero 8:) espone alcuni riferimenti alla teoria dell'orgone e li mette in relazione con alcuni principi del marchese De Sade inerenti alla sessualità e la psiche.
La cantante inglese Kate Bush ha scritto una canzone ispirata alla storia di Wilhelm Reich intitolata Cloudbusting. Il brano è pubblicato nell'album Hounds of Love.
L'energia orgonica e le teorie di Reich sono alla base anche del terzo volume del manga erotico-horror Shanana della giungla (Makyou No Shanana) di Hiroshi Yamamoto, edito in Italia da Ronim Manga nel 2011.

Opere 

In Italiano:
  • Passioni di gioventù: un'autobiografia 1897-1922 (1919-1925) (tr. Barbara Bergonzi, SugarCo, Milano 1990)
  • Conflitti libidici e fantasie deliranti: il «Peer Gynt» di Ibsen (1920) (tr. Ettore Zelioli, SugarCo, Milano 1975 ISBN 88-7198-299-1)
  • Il coito e i sessi (1922) (tr. Ettore Zelioli, SugarCo, Milano 1981 ISBN 88-7198-300-9)
  • Scritti giovanili volume I (1920-1925) (tr. Ettore Zelioli, SugarCo, Milano 1977 ISBN 88-7198-296-7)
  • Scritti giovanili volume II (1920-1925) (tr. Ettore Zelioli, SugarCo, Milano 1977 ISBN 88-7198-297-5)
  • Il carattere pulsionale (1925) (tr. Ettore Zelioli, SugarCo, Milano 1982 ISBN 88-7198-302-5)
  • Il tic come equivalente della masturbazione (1925) (tr. SugarCo, Milano 1981 ISBN 88-7198-301-7)
  • Genitalità (o scritti giovanili vol. n. III) (tr. Giovanna Agabio, SugarCo, Milano 1980 ISBN 88-7198-167-7)
  • Analisi del carattere (1933) (tr. Furio Belfiore e Anneliese Wolf, SugarCo, Milano 1973 ISBN 88-7198-209-6)
  • Psicologia di massa del fascismo (1933) (tr. Furio Belfiore e Anneliese Wolf, SugarCo, Milano 1971; Mondadori, Milano 1974 ISBN 88-06-16376-0 ISBN 88-7198-148-0); Einaudi, settembre 2002 (ultima ristampa settembre 2009);
  • La rivoluzione sessuale (1930-1934), tr. Vittorio Di Giuro, Feltrinelli, Milano 1963 ISBN 88-07-80440-9 (trad. Enrica Albites-Coen e Roberto Massari, Emme emme, Roma, 1992 ISBN 88-85378-35-8)
  • L'irruzione della morale sessuale coercitiva (1934-1935) (tr. Maria Luraschi, SugarCo, Milano 1972 ISBN 88-7198-228-2)
  • Sessualità e angoscia: un'indagine bioelettrica (1935-1936) (tr. SugarCo, Milano 1983 ISBN 88-7198-213-4)
  • Esperimenti bionici sull'origine della vita (1936) (tr. Giovanna Agabio, SugarCo, Milano 1981 ISBN 88-7198-176-6)
  • La scoperta dell'orgone, volume n. I - La funzione dell'orgasmo (1942) (tr. Furio Belfiore, SugarCo, Milano 1975 ISBN 88-515-2222-7)
  • La scoperta dell'orgone, volume n. II - La biopatia del cancro (1948) (tr. Adriano Caiani, SugarCo, Milano 1976 ISBN 88-7198-317-3)
  • Ascolta, piccolo uomo (1948) (tr. Maria Luraschi, SugarCo, Milano 1973 ISBN 88-7198-298-3)
  • Etere, Dio e diavolo (1949) (tr. Maria Luraschi e Maria Agrati, SugarCo, Milano 1974 ISBN 88-7198-287-8)
  • Bambini del futuro: sulla prevenzione delle patologie sessuali (1950) (tr. Annelise Wolf e Sibilla Belfiore, SugarCo, Milano 1987ISBN 88-7198-286-X)
  • L'assassinio di Cristo: la peste emozionale dell'umanità (1951) (tr. Marco Amante, SugarCo, Milano 1972 ISBN 88-7198-107-3)
  • Superimposizione cosmica (1951) (tr. Maria Gallone e Maria Luraschi, SugarCo, Milano 1975 ISBN 88-7198-219-3)
  • Reich parla di Freud (1952) (a cura di Mary Higgins e Chester M. Raphael, tr. Furio Belfiore e Anneliese Wolf, SugarCo, Milano 1970ISBN 88-7198-194-4)
  • Individuo e Stato (1953) (tr. Alberto Tessore e Silvana Ziviani, SugarCo, Milano 1978 ISBN 88-7198-232-0)
  • La teoria dell'orgasmo e altri scritti (tr. Luigi De Marchi e Mary Boyd Higgins, Lerici, Milano 1961; tr. Furio Belfiore, SugarCo, Milano 1969)
  • La lotta sessuale dei giovani (tr. Nicola Paoli, Samonà e Savelli, Roma 1972)
In tedesco:
  • Der triebhafte Charakter : eine psychoanalytische Studie zur Pathologie des Ich1925
  • Die Funktion des Orgasmus : zur Psychopathologie und zur Soziologie des Geschlechtslebens1927
  • Ueber den Oedipuskomplex : drei psychoanalytische Studien with Felix Boehm and Otto Fenichel, 1931
  • Character analysis or in the original: Charakteranalyse : Technik und Grundlagen für studierende und praktizierende Analytiker,1933
  • Massenpsychologie des Faschismus1933, original German edition, banned by the Nazis and the Communists.
  • The Mass Psychology of Fascism1946 revised and enlarged U.S. edition
  • Die Sexualitaet im Kulturkampf1936 U.S. edition 1945 The Sexual Revolution
  • Dialektischer Materialismus und Psychoanalyse1929
  • Der Einbruch der Sexualmoral1932
  • Die Sexualitaet im Kulturkampf1936
  • Die Bione1938
In inglese
  • American Odyssey: Letters and Journals 1940-1947
  • Beyond Psychology: Letters and Journals 1934-1939
  • The Bioelectrical Investigation of Sexuality and Anxiety
  • The Bion Experiments: On the Origins of Life
  • Function of the Orgasm (Discovery of the Orgone, Vol.1)
  • The Cancer Biopathy (Discovery of the Orgone, Vol.2)
  • Character Analysis - Analisi del carattere (1933)
  • Children of the Future: On the Prevention of Sexual Pathology
  • The Oranur Experiment, First Report (1947-1951)
  • Contact With Space: Oranur Second Report, 1951-56, Core Pilot Press, 1957
  • Cosmic Superimposition: Man's Orgonotic Roots in Nature
  • Early Writings
  • Ether, God and Devil (1951)
  • Genitality in the Theory and Therapy of Neuroses
  • The Invasion of Compulsory Sex-Morality - 'L’irruzione della morale sessuale coercitiva (1932)
  • Listen, Little Man! - La lotta sessuale dei giovani (1932)
  • Mass Psychology of Fascism - La psicologia di massa del fascismo (1933)
  • The Murder of Christ (Emotional Plague of Mankind, Vol.2)
  • The Oranur Experiment
  • The Orgone Energy Accumulator, Its Scientific and Medical Use
  • Passion of Youth: An Autobiography, 1897-1922
  • People in Trouble: Emotional Plague of Mankind, Vol.1)
  • Record of a Friendship: The Correspondence of Wilhelm Reich and A.S. Neill (1936-1957)
  • Reich Speaks of Freud
  • Selected Writings: An Introduction to Orgonomy
  • The Sexual Revolution - La rivoluzione sessuale (1936)

Note

  1. ^ Wilhelm Reich, La scoperta dell'orgone, volume n. I - La funzione dell'orgasmo, 1942 (ISBN 88-515-2222-7)
  2. ^ Wilhelm Reich, La scoperta dell'orgone, volume n. II - La biopatia del cancro, 1948 (ISBN 88-7198-317-3)
  3. ^ Wilhelm Reich, Superimposizione cosmica, 1951 (ISBN 88-7198-219-3)
  4. ^ Wilhelm Reich, L'assassinio di Cristo, 1951 (ISBN 88-7198-107-3); Idem, Individuo e stato, 1953 (ISBN 88-7198-232-0).

Bibliografia 

  • Albini, C. (1997) Creazione e castigo. La grande congiura contro W. Reich, Tre Editori, ISBN 978-88-86755-09-2
  • Dadoun, R. (2007) Cento fiori per Wilhelm Reich, Spirali, ISBN 978-88-7770-771-0
  • De Marchi, L.; Valenzi, V. (2007) Wilhelm Reich. Una fornidabile avventura scientifica ed umana, Macro Edizioni, ISBN 978-88-7507-859-1
  • Maglione, R. Wilhelm Reich e la Modificazione del Clima, (Torino, 2004)
  • Sharaf, Myron: Fury on Earth. Biography of Wilhelm Reich. — N.Y., 1983.
  • Totton, N.; Edmondson, E. (2007) Nuovi sviluppi della terapia di Wilhelm Reich, Red, ISBN 978-88-7447-534-6
  • Zabini, A. (1996) W. Reich e il segreto dei dischi volanti, Tre Editori, ISBN 978-88-86755-02-3
  • "Wilhelm Reich vita ed opere" Nicola Glielmi, Roberto maglione, Messina 2005


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